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Spiritualità

SAN TOMMASO D'AQUINO E GLI ANGELI

Roccasecca, Frosinone, 1225 circa – Fossanova, Latina, 7 marzo 1274 Domenicano (1244), formatosi nel monastero di Montecassino e nelle grandi scuole del tempo, e divenuto maestro negli studi di Parigi, Orvieto, Roma, Viterbo e Napoli, impresse al suo insegnamento un orientamento originale e sapientemente innovatore. Affidò a molti scritti impegnati e specialmente alla celebre ‘Summa’ la sistemazione geniale della dottrina filosofica e teologica raccolta dalla tradizione. Ha esercitato un influsso determinante sull’indirizzo del pensiero filosofico e della ricerca teologica nelle scuole dei secoli seguenti. (Mess. Rom.) Patronato: Teologi, Accademici, Librai, Scolari, StudentiEtimologia: Tommaso = gemello, dall'ebraicoEmblema: Bue, Stella
San Tommaso d'Aquino, questo grande e indiscusso maestro di teologia, autore di tanti scritti filosofici e teologici, nella sua opera fondamentale
"Summa Theologica" ha dedicato molta attenzione agli angeli e a tutte le questioni teologiche ad essi connesse. Ne parlò con tanta acutezza e penetrazione e seppe esprimersi nella sua opera in maniera così convincente e suggestiva che già i suoi contemporanei lo definirono "Doctor Angelicus", Dotto Angelico.
Durante la sua vita Tommaso d'Aquino ebbe visioni angeliche e comunicazioni con i Santi. All'inizio della sua vita il giovane Tommaso fu in balia delle persecuzioni della sua famiglia e principalmente di sua madre, la contessa Teodora che si opponeva affinchè non vestisse l'abito di San Domenico. Fu anche rinchiuso per parecchi mesi nel castello di Roccasecca, sempre ai fini di fargli cambiare opinione circa la scelta della vita ecclesiastica.
Si racconta che San Tommaso vide un angelo che gli mostrava un meraviglioso libro le cui righe erano d'oro e azzurro: era un libro sui martiri. Quando era a Parigi, lettore in teologia, gli fu ordinato di preparare la sua lezione inaugurale di dottore in teologia. Tommaso, nella sua modestia, si giudicò indegno di ricevere questo incarico e si mise in preghiera supplicando di essere esonerato dal fardello del dottorato. Allora un angelo, messaggero celeste, avendo preso la forma di un maestoso vecchio, gli apparve e gli disse che doveva preparare la sua lezione inaugurale e gli indicò anche il tema che doveva sviluppare nel corso della sua esposizione.
Verso la fine della sua vita San Tommaso, essendo stato rapito in estasi per un certo tempo, dichiarò che tutto quello che aveva visto era cosi meraviglioso, che tutto quello che aveva scritto era solo "fieno e paglia". E dopo d'allora egli cessò di scrivere, con grande stupore e rammarico dei suoi discepoli. Tommaso fu assistito dalla Vergine Maria, la Regina degli angeli. Confidò ai suoi fratelli domenicani. . . che egli aveva ottenuto tutto quello che aveva domandato per intercessione di Maria, particolarmente la grazia di non aver dovuto abbandonare l'ordine domenicano.
Tommaso non era solo favorito dalle visioni angeliche e divine, ma era tormentato anche dal demonio. Il De Biasio racconta che un giorno, mentre passeggiavano sul terrazzo del convento a Napoli, videro un fantasma tenebroso vestito di nero che veniva loro incontro: Tommaso si lanciò contro di lui, lo cacciò e il fantasma diabolico sparì. Qualche giorno prima della morte del Santo, un fanciullo che assisteva Tommaso gravemente infermo, vide una splendida e luminosa stella penetrare dalla finestra e arrestarsi durante un certo tempo al di sopra della testa del malato: manifestazione effettiva della protezione divina di cui Tommaso godeva.
Tommaso d'Aquino era quindi particolarmente competente per spiegare il problema degli angeli, per parlare della loro natura e della loro missione. Ha dedicato agli angeli le questioni dal numero 50 al 64 della Summa Theologica.
San Tommaso afferma che gli angeli sono di natura puramente immateriale e spirituale, di numero incalcolabile, diversi per saggezza e perfezione, suddivisi in gerarchie. Gli angeli non sono esistiti da sempre, ma furono creati da Dio, forse prima del mondo materiale e dell'uomo. Essi sono dotati di libero arbitrio ed è appunto in virtù di questo che una parte di loro cadde nel peccato di superbia, di orgoglio e di Invidia, divenendo angeli decaduti, demoni incapaci di amare Dio e l'uomo sua creazione. Ogni uomo, sia esso cristiano o non cristiano, dice ancora San Tommaso, ha un angelo custode che non lo abbandona mai, neppure se è un grandissimo peccatore.
Gli angeli custodi non impediscono che l'uomo faccia uso della sua libertà anche per compiere il male, tuttavia operano su di lui illuminandolo e ispirandogli buoni sentimenti. Il demonio, dal canto suo, agisce sull'uomo in maniera opposta.Superando, anche con l'aiuto dell'angelo custode, le tentazioni del demonio, l'uomo acquisisce meriti e procura un bene a se stesso. Il demonio diviene quindi indirettamente collaboratore di Dio per la salvezza dell'uomo. Gli uomini possono parlare agli angeli, i quali non conoscono i segreti del loro cuore (noti solo a Dio), presentandogli così le loro necessità, le loro aspirazioni, i loro desideri.
(Da P. Giovetti. "Angeli" Ed. Mediterranee)

PADRE PIO E L' ANGELO CUSTODE

Padre Pio aveva una particolarissima, delicata, rispettosa devozione per l'angelo custode.Il suo piccolo compagno d'infanzia, Il buon Angiolino, gli fu sempre d'aiuto.
Fu l'amico obbediente, preciso, puntuale che, da grande maestro di santità, esercitò su di lui uno stimolo continuo per progredire nel1'esercizio di tutte le virtù.La sua azione assidua e discreta fu di guida, di consiglio e di sostegno. Se, per un dispetto del demonio, alcune lettere del suo confessore gli giungevano macchiate d'inchiostro, egli sapeva come renderle leggibili perchè l'Angiolino gli aveva suggerito che all'arrivo della lettera l'avesse aspersa con l'acqua benedetta prima d'aprirla (cfr. EpistolarioI, pag. 321).
Quando riceveva una lettera scritta in francese era l'angelo custode a fargli da interprete:Se la missione del nostro angelo custode è grande, quella del mio è di certo più grande, dovendomi anche fare da maestro nella spiegazione di altre lingue(o.c. pag. 304).
Si avvaleva dell' aiuto dell'angelo custode per diffondere il suo apostolato mariano: Vorrei avere una voce si forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna. Ma poichè ciò non è in mio potere ho pregato e pregherò il mio Angiolino a compiere per me questo ufficio (o.c. pag. 277).
L'angelo custode era l'intimo amico che al mattino, dopo averlo svegliato, con lui lodava il Signore: La notte ancora, al chiudersi degli occhi, vedo abbassarsi il velo ed aprirmisi dinanzi il Paradiso ed allietato da questa visione dormo in un sorriso di dolce beatitudine sulle labbra e con una perfetta calma sulla fronte, aspettando che il piccolo compagno della mia infanzia venga a svegliarmi e cos\ì sciogliere insieme le lodi mattutine al diletto dei nostri cuori(o.c. pag. 308).
Negli assalti infernali era l'angelo custode, l'invisibile amico, che leniva le sue pene: compagno della mia infanzia cerca di smorzare i dolori che mi affliggono quegli impuri apostati, col cullarmi lo spirito in segno di speranza(o.c. pag. 321).
Quando l'angelo non era sollecito ad intervenire, Padre Pio confidenzialmente sapeva muovergli anche un aspro e fraterno rimprovero. Non vi dico poi in che modo mi vanno percotendo quei disgraziati. Certe volte mi sento presso a morire. Sabato mi sembrò che mi volessero proprio finire, non sapevo più a che santo votarmi. Mi rivolgo al mio angelo. Dopo essersi fatto aspettare per un pezzo, eccolo infine aleggiarmi intorno e con la sua voce angelica cantava inni alla divina maestà. Successe che lo sgridai aspramente d'essersi fatto così lungamente aspettare, mentre io non avevo mancato di chiamarlo in mio soccorso. Per castigarlo non volevo guardarlo in viso, volevo allontanarmi, volevo sfuggirlo, ma egli poverino mi raggiunse quasi piangendo finchè sollevato lo sguardo, lo fissai in volto e lo trovai tutto spiacente.
"...Ti sono sempre vicino - egli dice - io mi aggiro sempre a te d'intorno, questo mio affetto per te non si spegnerà neppure con la vita" (o.c. pag. 311).
Padre Pio riconobbe ed apprezzò la funzione di messaggero dell'invisibile amico. Se hai bisogno - ripeteva ai suoi figli spirituali - mandami il tuo angelo custode.
Ed aveva un gran da fare, durante le ore del giorno e della notte, per ascoltare i messaggi dei suoi figli che tante creature angeliche, obbedienti, gli portavano. (Da G. Preziuso. L' invisibile amico - 'Voce di Padre Pio nov. 1992)

I MISTICI, I SANTI E GLI ANGELI

Nella vita dei mistici e dei santi gli incontri angelici sono frequenti.
La Beata Angela da Foligno (1248-1309)
Affermò di essere stata inondata da gioia immensa alla vista degli angeli: Se non l'avessi sentita, non avrei creduto che la vista degli angeli fosse capace di dare una tale gioia. Angela, sposa e madre, si era convertita nel 1285 dopo una vita dissoluta, aveva iniziato un cammino mistico che l'aveva portata a divenire perfetta sposa di Cristo che le era apparso più volte insieme agli angeli.

Agnese da Montepulciano (1268-1317),
un'altra mistica del Medioevo ricevette ben dieci volte la comunione dalle mani di un angelo e fu più volte consolata dalla visione degli angeli. Da un angelo ricevette anche l'ordine di edificare un monastero.

Santa Rosa da Viterbo (1235-1252)
che fin dall'età di 7 anni manifestò l'intenzione di entrare in convento e la cui breve vita densa di eventi miracolosi, ebbe frequenti apparizioni di un angelo che le preannunciava eventi futuri, tra cui la morte di Federico Il.

Santa Chiara da Montefalco (1268-1308)
detta Suor Chiara della Croce per la sua grande devozione al Crocefisso. Tutta la vita di Chiara è pervasa da fenomeni straordinari, soprattutto visioni, apparizioni, lotte vittoriose contro il demonio. Gli angeli apparvero a Chiara più volte, durante le visioni della Natività, della Crocifissione e della Resurrezione di Gesù

Santa Francesca Romana (1384-1440)
la santa più conosciuta e amata dai romani. Bella e intelligente, avrebbe voluto essere sposa di Cristo, ma per obbedire al padre acconsenti al matrimonio con un patrizio romano e fu madre e sposa esemplare. Rimasta vedova si dedicò completamente alla vocazione religiosa. Fu fondatrice delle Oblate di Maria. Tutta la vita di questa santa è accompagnata da figure angeliche, in particolare sentiva e vedeva accanto a sè sempre un angelo. Il primo intervento dell'angelo è del 1399 salvando Francesca e sua cognata che erano cadute nel Tevere. L'angelo si presentava come un bambino di 10 anni con i capelli lunghi, gli occhi splendenti, vestito di una tunica bianca; fu soprattutto vicino a Francesca nelle numerose violente lotte che ella dovette sempre sostenere con il diavolo. Questo angelo fanciullo rimase accanto alla santa per 24 anni, poi fu sostituito da un altro molto più risplendente del primo, di gerarchia superiore, che restò con lei fino alla morte.
Francesca fu amatissima dal popolo di Roma per la straordinaria carità e le guarigioni che otteneva.

San Francesco d'Assisi (1182-1226)

La devozione di San Francesco per gli angeli è descritta da San Bonaventura in questi termini:Con inseparabile vincolo d'amore era unito agli angeli, a questi spiriti che ardono d'un fuoco meraviglioso e, con esso, penetrano in Dio e infiammano le anime degli eletti. Per devozione verso di loro, a cominciare dalla festa dell'Assunzione della Vergine santissima, digiunava per 40 giorni, attendendo continuamente alla preghiera. Era particolarmente devoto di San Michele Arcangelo

S. Caterina da Siena

Siena, 25 marzo 1347 - Roma, 29 aprile 1380 «Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia»: queste alcune delle parole che hanno reso questa santa, patrona d'Italia, celebre. Nata nel 1347 Caterina non va a scuola, non ha maestri. I suoi avviano discorsi di maritaggio quando lei è sui 12 anni. E lei dice di no, sempre. E la spunta. Del resto chiede solo una stanzetta che sarà la sua ""cella"" di terziaria domenicana (o Mantellata, per l'abito bianco e il mantello nero). La stanzetta si fa cenacolo di artisti e di dotti, di religiosi, di processionisti, tutti più istruiti di lei. Li chiameranno ""Caterinati"". Lei impara a leggere e a scrivere, ma la maggior parte dei suoi messaggi è dettata. Con essi lei parla a papi e re, a donne di casa e a regine, e pure ai detenuti. Va ad Avignone, ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI. Ma dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377. Deve poi recarsi a Roma, chiamata da papa Urbano VI dopo la ribellione di una parte dei cardinali che dà inizio allo scisma di Occidente. Ma qui si ammala e muore, a soli 33 anni. Sarà canonizzata nel 1461 dal papa senese Pio II. Nel 1939 Pio XII la dichiarerà patrona d'Italia con Francesco d'Assisi. (Avvenire) Patronato: Italia, Europa (Giovanni Paolo II, 1/10/99)Etimologia: Caterina = donna pura, dal greco

Padre Pio da Pietrelcina (1887-1968)

devotissimo dell'angelo. Nelle battaglie numerose e durissime che dovette sostenere con il maligno, un personaggio luminoso, certo un angelo, gli fu sempre vicino per aiutarlo e dargli forza. Che l'angelo ti accompagni diceva a chi gli chiedeva la benedizione. Una volta disse:
Pare impossibile quanto siano obbedienti gli angeli!
Nel caso di un'altra grande mistica del no\stro tempo,
Teresa Neumann, contemporanea di Padre Pio, troviamo un contatto quotidiano e sereno con gli angeli. Essa nacque nel paesino dl Konnersreuch in Baviera nel 1898 e qui mori nel 1962. Il suo desiderio sarebbe stato quello di farsi suora missionaria, ma ne fu impedita da una grave malattia, conseguenza di un incidente, che la rese cieca e paralizzata. Per anni rimase a letto, sopportando serenamente la propria infermità e fu poi improvvisamente guarita prima dalla cecità poi dalla paralisi, per l'intervento di Santa Teresa di Lisieux di cui la Neumann era devota.
Ben presto Incominciarono le visioni della passione di Cristo che accompagnarono Teresa per tutta la vita ripetendosi ogni venerdi, in più, gradualmente, si manifestarono le stigmate. In seguito Teresa avverti sempre meno il bisogno di nutrirsi.
Poi smise completamente di mangiare e di bere. Il suo digiuno totale, controllato da apposite commissioni nominate dal vescovo di Ratisbona, durò ben 36 anni. Riceveva quotidianamente solo l'Eucaristia. Più di una volta le visioni di Teresa ebbero come oggetto il mondo angelico. Del proprio angelo custode percepiva la presenza: lo vedeva alla propria destra e vedeva anche l'angelo dei suoi visitatori. Teresa riteneva che il suo angelo la proteggesse dal demonio, la sostituisse nei casi di bilocazione (ella fu vista spesso contemporaneamente in due luoghi) e l'aiutasse nelle difficoltà.
Poi
Teresa Palminota, stigmatizzata, morta a Roma nel 1934 a soli 38 anni. Anche Teresa aveva familiarità con l'angelo custode che chiamava "il mio angioletto" ed al quale attribuiva molti fatti spirituali e anche interventi concreti.
Natuzza Evolo - vivente - di Paravati in Calabria è uno straordinario personaggio del nostro tempo. Sposata, con molti figli, ha oggi oltre sessant'anni ed è apparentemente una normalissima donna del meridione. Da sempre però è protagonista di fenomeni eccezionali: ha il dono della bilocazione, sul suo corpo appaiono scritte di sangue e la settimana di Pasqua sulle sue mani, sui suoi piedi e sul suo costato si aprono le stigmate. Natuzza dice di vedere costantemente l'angelo custode accanto alle persone. Dice che l'angelo custode rispetto alle persone sta alla destra, al sacerdote sta alla sua sinistra. Dice: Tante volte capita che viene un sacerdote vestito in borghese e io capisco che è un sacerdote vedendo l'angelo alla sua sinistra. Quando gli bacio la mano lui chiede: Come avete capito? Gli rispondo: Vedo l'angelo custode alla vostra sinistra...

Potremmo parlare di molti altri Santi e Beati che avevano rapporto con gli angeli, ci limitiamo ai principali:

S. Felice di Nola III sec. – 14 gennaio 313?

La vita del prete Felice ci è narrata da san Paolino di Nola, a cui si deve anche l'importante complesso di basiliche paleocristiane a Cimitile, a sei chilometri dalla località campana. Qui erano state deposte le spoglie di Felice, morto probabilmente dopo il 313. Nato a Nola nel III secolo da un ricco padre di origini orientali, aveva sofferto le persecuzioni ed era stato imprigionato, torturato e poi liberato miracolosamente da un angelo che lo condusse in un luogo deserto (per questo, pur non essendo stato ucciso è stato venerato come martire). Grazie alla pace costantiniana Felice era rientrato in diocesi. Qui, pur essendo stato indicato come successore dal vescovo Massimo, alla morte di questi rifiutò l'elezione e visse in povertà fino alla fine dei suoi giorni. In suo onore si tengono due feste con processioni dal 5 al 14 gennaio, data della sua memoria liturgica. (Avvenire) Etimologia: Felice = contento, dal latino

S. Margherita da Cortona

Laviano, Perugia, 1247 – Cortona, Arezzo, 22 febbraio 1297 Nata a Laviano (Perugia) nel 1247, diciottenne va a convivere con un giovane nobile di Montepulciano, che non la sposa neppure quando nasce un figlio, e che muore assassinato nove anni dopo. (La tradizione racconta di un cagnolino che la guida a ritrovarlo cadavere, in un bosco). Allontanata dai parenti dell'uomo e dalla propria famiglia trova accoglienza a Cortona. Lavora come infermiera per le partorienti, educa il figlio, che si farà poi francescano, e si dedica agli ammalati poveri. Prende con sé alcune volontarie che si chiameranno «Poverelle», promuove l'assistenza gratuita a domicilio, si fa aiutare da famiglie importanti e nel 1278 fonda l'ospedale della Misericordia. Vive un periodo da contemplativa e una domenica ricompare a Laviano, per raccontare in chiesa, durante la Messa, le sue vicende giovanili, e per chiedere perdono. A Cortona spesso la gente va da lei, nella cella presso la Rocca dove si è stabilita nel 1288: chiede il suo intervento nelle contese cittadine e nelle lotte con altre città. Nel 1289 Margherita è tra coloro che danno vita alla Confraternita delle Laudi. Morirà a Cortona nel 1297. (Avvenire) Patronato: Prostitute pentiteEtimologia: Margherita = perla, dal greco e latino

S. Filippo Neri

Firenze, 1515 - Roma, 26 maggio 1595 Fondò l'Oratorio che da lui ebbe il nome. Unì all'esperienza mistica, che ebbe le sue più alte espressioni specialmente nella celebrazione della Messa, una straordinaria capacità di contatto umano e popolare. Fu promotore di forme nuove di arte e di cultura. Catechista e guida spirituale di straordinario talento, diffondeva intorno a sè un senso di letizia che scaturiva dalla sua unione con Dio e dal suo buon umore. (Mess. Rom.) Patronato: GiovaniEtimologia: Filippo = che ama i cavalli, dal greco

S. Rosa da Lima

Lima, Perù, 1586 - 24 agosto 1617 Nacque a Lima il 20 aprile 1586, decima di tredici figli. Il suo nome di battesimo era Isabella. Era figlia di una nobile famiglia, di origine spagnola. Quando la sua famiglia subì un tracollo finanziario. Rosa si rimboccò le maniche e aiutò in casa anche nei lavori materiali. Sin da piccola aspirò a consacrarsi a Dio nella vita claustrale, ma rimase «vergine nel mondo». Il suo modello di vita fu santa Caterina da Siena. Come lei, vestì l'abito del Terz'ordine domenicano, a vent'anni. Allestì nella casa materna una sorta di ricovero per i bisognosi, dove prestava assistenza ai bambini ed agli anziani abbandonati, soprattutto a quelli di origine india. Dal 1609 si richiuse in una cella di appena due metri quadrati, costruita nel giardino della casa materna, dalla quale usciva solo per la funzione religiosa, dove trascorreva gran parte delle sue giornate a pregare ed in stretta unione con il Signore. Ebbe visioni mistiche. Nel 1614 fu obbligata a trasferirsi nell'abitazione della nobile Maria de Ezategui, dove morì, straziata dalle privazioni, tre anni dopo. Era il 24 agosto 1617, festa di S. Bartolomeo. (Avvenire) Patronato: FioristiEtimologia: Rosa = dal nome del fiore

S. Angela Merici

Desenzano sul Garda (Brescia), 21 marzo 1474 – Brescia, 27 gennaio 1540 Angela Merici fondò nel 1535 la Compagnia di Sant'Orsola, congregazione le cui suore sono ovunque note come Orsoline. Le sua idea di aprire scuole per le ragazze era rivoluzionaria per un'epoca in cui l'educazione era privilegio quasi solo maschile. Nata nel 1474 a Desenzano del Garda (Brescia) in una povera famiglia contadina, entrò giovanissima tra le Terziarie francescane. Rimasta orfana di entrambi i genitori a 15 anni, partì per la Terra Santa. Qui avvenne un fatto insolito. Giunta per vedere i luoghi di Gesù, rimase colpita da cecità temporanea. Dentro di sé, però, vide una luce e una scala che saliva in cielo, dove la attendevano schiere di fanciulle. Capì allora la sua missione. Tornata in patria, diede vita alla nuova congregazione, le cui prime aderenti vestivano come le altre ragazze di campagna. La regola venne stampata dopo la morte, avvenuta a Brescia il 27 gennaio del 1540. E' santa dal 1807. (Avvenire) Etimologia: Angela = messaggero, nunzio, dal greco

S. Giovanni Bosco

Castelnuovo d’Asti, 16 agosto 1815 – Torino, 31 gennaio 1888 Grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”. Patronato: Educatori, Scolari, Giovani, Studenti, EditoriEtimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico

San Giovanni Battista

Natività di San Giovanni Battista Profeta e martire 24 giugno Ain Karim (Galilea) – † Macheronte? Transgiordania, I secolo Giovanni Battista è l'unico santo, oltre la Madre del Signore, del quale si celebra con la nascita al cielo anche la nascita secondo la carne. Fu il più grande fra i profeti perché poté additare l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. La sua vocazione profetica fin dal grembo materno è circondata di eventi straordinari, pieni di gioia messianica, che preparano la nascita di Gesù. Giovanni è il Precursore del Cristo con la parole con la vita. Il battesimo di penitenza che accompagna l'annunzio degli ultimi tempi è figura del Battesimo secondo lo Spirito. La data della festa, tre mesi dopo l'annunciazione e sei prima del Natale, risponde alle indicazioni di Luca. (Mess. Rom.) Patronato: Monaci
Emblema: Agnello, ascia

Gemma Galgani
E in tempi più vicini a noi,che dire dell'angelica dimestichezza che aveva la soave
Gemma Galgani con l'angelo? Egli la vegliava giorno e notte e sovente le recava le missive a destinazione. L'angelo custode di Gemma le appariva spesso. Parlavano tra di loro come se fossero tra buoni amici. La purezza e l'innocenza di Gemma devono aver attratto quest'angelo glorioso dal cielo al suo fianco. Gemma e l'angelo, con le ali aperte o inginocchiato accanto a lei, recitavano preghiere vocali o salmi, in alternanza. Meditando sulla Passione di Nostro Signore, il suo angelo la ispirava con le intuizioni piu' sublimi su questo mistero. Il suo angelo custode le parlo' un giorno riguardo all'agonia di Cristo:"Guarda che cosa ha sofferto Gesù per l'uomo. Considera queste ferite una per una. É l'amore che le ha aperte. Guarda com'è esecrabile il peccato, perché per espiarlo, sono stati necessari tanto dolore e tanto amore."


Edvige Carboni (1880-1952)

il cui angelo custode le era sempre vicino: alcune volte Edvige vedeva l'angelo che faceva il letto della sorella Paolina mentre lei era ammalata. Paolina rimproverava Edvige di essersi affaticata per le faccende domestiche ed Edvige ad insistere nel dire che lei non aveva faticato per niente, che al suo posto aveva lavorato l'angelo custode. Il suo direttore spirituale diceva: L'angelo custode le era vicino e l'aiutava anche nelle faccende domestiche quando lei era ammalata

Anche
Teresa Museo (1943-1976) la stigmatizzata di Caiazzo, in provincia di Caserta, riferisce nel suo diario dei rapporti con il suo angelo custode. Quando era piccola, la sera del 15 marzo 1948, durante un furioso temporale, mentre Teresina stava pregando, le apparve il suo angelo custode dalle ali d'oro\, dagli occhi come due stelle, e dalle labbra come due rose.
Le fa fare il segno della croce e l'invita a ripetere: Gesù, Maria, Vi amo, Vi dono la mia volontà e Voi datemi in salvo tutta l'umanità. L'angelo inoltre l'invita a pregare, a soffrire ed a offrire tutto con gioia, senza mai perdersi d'animo, per la liberazione delle anime del Purgatorio e per la salvezza delle anime.
Ciò detto scompare lasciando nella sua stanzetta un intenso profumo (Diario pagg. 666-667).
Tutte le mattine - scrive Teresa in data 5 aprile 1948 - l'angelo mi veniva a far visita e mi faceva pregare insieme a lui. Dopo la preghiera l'angelo le diceva: Teresa, prega per i peccatori e per la salvezza delle anime! Sappi che i peccati che mandano anime all'inferno sono i peccati impuri(Diario pag. 673).
La mattina dei 2 ottobre 1975, Teresa vede dinanzi a s\è il suo angelo custode:Era bellissimo - scrive - con i capelli biondo-oro, con le ali d'argento, con il vestito bianco. Aveva ai piedi sandaletti d'oro. Le sue labbra erano due fiammelle, i suoi occhi erano due stelle, alla cintura aveva una striscia di sole. Gli ho chiesto: "Angelo mio custode, sento un grande desiderio di abbracciare Gesù. Quando gli sarò vicina tu, angioletto mio, dammi la forza di abbracciarlo". L'angelo mi ha risposto: "Si, lo farò"
Da P. Giovetti, op. dt

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