www.medicinenaturali.org\Rilassamento
Definizioni di rilassamento
Una prima definizione potrebbe essere di tipo negativo: il rilassamento non è uno stato di tensione. D’altra parte anche la tensione può essere definita come assenza di rilassamento. L’evidente rischio di una definizione negativa è un’infruttuosa circolarità esplicativa.
Allo stesso modo, ma più precisamente si potrebbe sostenere che la risposta di rilassamento del corpo è l’opposto della risposta di reazione. La risposta di reazione mobilita i meccanismi di difesa dell’organismo per affrontare le minacce esterne ed è essenziale come sistema di autodifesa in situazioni di pericolo. La conseguenza di questa risposta sono lo stress e l’ansia che però, in dose eccessiva o in situazioni improprie cioè in presenza di attivazioni croniche, possono portare a conseguenze negative per la salute. Da qui la risposta di rilassamento contribuirebbe a preservare invece lo stato di salute dell’organismo dalle reazioni alle variazioni dell’ambiente circostante. In tal senso sarebbe quindi un riflesso naturale ed innato, esattamente come la risposta di reazione. Pur accettando una definizione negativa, si rende in ogni caso necessario guardarsi dal concludere che l’assenza di tensione o l’assenza di reazione implichino assenza di movimento. Il rilassamento può al contrario essere considerato come un’abilità motoria. Per le teorie dell'apprendimento motorio, infatti, il rilassamento consisterebbe nell’abilità di controllare l’attività muscolare, in modo che i muscoli non specificamente coinvolti in un determinato compito rimangano quieti, mentre quelli direttamente coinvolti lavorino con lo sforzo minimo necessario per raggiungere l’obiettivo desiderato. In quest’ottica il rilassamento predisporrebbe ad una prestazione ottimale, dove per ottimale si intende una prestazione le cui caratteristiche sono un’alta resistenza all’affaticamento ed un economico consumo di energia.
Sul vocabolario della lingua italiana alla voce rilassamento vengono indicati due differenti significati: da un lato “allentamento e decontrazione” che si riferiscono alla sola componente muscolare dello stato, e dall’altro “distensione psichica, serenità e svago” che si riferiscono invece alla componente psicologica. Sembra essere implicita in queste definizioni la staticità intrinseca dello stato, derivante da una concezione di senso comune del suo significato. Peraltro sempre le teorie dell’apprendimento motorio sottolineano come il movimento, ad esempio in una performance di abilità (si pensi alla prestazione ideale di un atleta), sia caratterizzato da coordinazione, grazia, leggerezza ed armonia nonché precisione e virtuosismo, tutte caratteristiche che vengono esaltate da uno stato di rilassamento di sottofondo dell’atleta e non già di tensione. Il rilassamento diviene quindi assenza di ansietà, di inibizione e di movimenti estranei, assumendo connotati ben più complessi di quanto si potesse immaginare.
Ciò che emerge da queste ultime considerazioni è un’idea di rilassamento come un’abilità, come qualche cosa di attivamente perseguito e perseguibile. L’idea comune secondo cui questo stato sia passivo e raggiungibile senza alcun impegno particolare da parte dell’individuo non è pertanto sostenibile.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
In sintesi si può quindi sostenere che il rilassamento si riferisce ad un particolare stato psicofisiologico, caratterizzato da modificazioni specifiche dell’attività dell’organismo da un lato (la principale è la riduzione della tensione muscolare) e da sensazioni psichiche percepite introspettivamente come benessere, serenità e tranquillità dall’altro. Un tale stato può sia predisporre ad un’azione efficace ed efficiente sia migliorare lo stato psicofisico dell’individuo.
Misurazione del rilassamento
E' possibile distinguere fra misure di carattere oggettivo e misure di carattere soggettivo. Non si tratta di una distinzione che discrimina in termini di validità, anche se le misure oggettive mostrano inevitabilmente maggiore validità statistica, quanto piuttosto di una distinzione rilevante per il suo ambito di applicazione, di ricerca vs clinico.
Misure oggettive
Le misure principali indicative del raggiungimento di uno stato di rilassamento sono quelle fisiologiche. In primis la risposta galvanica cutanea (o Galvanic Skin Reaction, GSR), ma anche l’elettroencefalografia (EEG) e l’elettromiografia (EMG).
Il GSR si riferisce alle modificazioni delle proprietà elettriche della pelle (in particolare resistenza cutanea e conduttanza cutanea) a livello di alcune zone specifiche del corpo, come ad esempio le dita delle mani. Le ricerche psicofisiologiche sulle variazioni GSR hanno evidenziato significative modificazioni durante compiti sia motori che intellettivi. Durante lo stato di rilassamento viene classicamente riportato un aumento della resistenza cutanea. Questo andamento rimane del tutto distinto dal pattern riscontrabile in un soggetto in stato di ipnosi, il che dimostra tra l’altro che ipnosi non è sinonimo di rilassamento.
L’EEG permette di avere un’idea dell’attività generalizzata della corteccia cerebrale, attraverso una dozzina di elettrodi posizionati sulla testa in punti standard. Un sistema di amplificazione e di registrazione produce simultaneamente una serie di tracce, corrispondenti alle variazioni di voltaggio fra le coppie di elettrodi. L’EEG permette di discriminare tra ritmi a, ß, d e ?. Particolarmente rilevanti sono il ritmo ß (frequenze maggiori di 14 Hz), correlato con lo stato di normale attivazione della corteccia durante la veglia e durante il sonno REM e il ritmo a (frequenze comprese tra 8 e 13 Hz), associato allo stato di veglia rilassata. I ritmi ? (4-7 Hz) e d (meno di 4 Hz) sono piuttosto lenti e corrispondono a specifiche fasi del sonno. Durante il rilassamento e prima di scivolare nella fase di sonno, i ritmi cerebrali passano da una situazione ß ad una situazione a.
L’EMG di superficie misura l’attività elettrica muscolare, cioè il potenziale di campo elettrico risultante dalla sovrapposizione dei potenziali d'azione delle singole fibre muscolari, attive entro un raggio massimo di 15 mm di distanza dagli elettrodi. Durante lo stato di rilassamento si registra normalmente una diminuzione dell’attività muscolare e dei tracciati elettromiografici dei muscoli corrispondenti.
Altre risposte fisiologiche possono essere utilizzate e sono indici altrettanto validi dello stato di rilassamento e sono il consumo di ossigeno, la frequenza respiratoria, la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e la temperatura corporea. La maggior parte di questi parametri si riduce sensibilmente durante lo stato di rilassamento.
Misure soggettive
Altrettanto importanti e indicative sono le misure soggettive, come la raccolta di dati introspettivi circa le sensazioni avvertite dalle persone durante il rilassamento. Tipicamente vengono riportate sensazioni di pace, calma, tranquillità, leggerezza o al contrario pesantezza. Anche se alcuni studiosi, ad esempio lo psicofisiologo Edmund Jacobson, sottolineano come spesso una sensazione introspettiva di rilassamento non corrisponda ad un effettivo stato di rilassamento muscolare. In ambito terapeutico può essere utile aiutare una persona ad interiorizzare il criterio di misura della propria tensione prima del rilassamento. Si può ad esempio collocare convenzionalmente la sensazione soggettiva di tensione lungo una scala che va da zero a cento, dove cento rappresenta la sensazione massima di tensione e zero quella nulla o la minima possibile. Si può aiutare il paziente a rendere reale dentro di sé la possibilità di misurare la propria tensione, chiedendogli di pensare ad un evento della propria vita in cui abbia provato una forte tensione nel corpo, nei muscoli oppure un’emozione avvertita sul piano fisico, ad esempio un aumento del battito cardiaco o una forte sudorazione conseguite ad una forte rabbia o ad uno spavento. Tale evento verrà collocato all’estremità massima del continuum della scala e servirà come riferimento per posizionare e classificare le successive sensazioni di progressiva riduzione della tensione.
La voce illustra tutta una serie di tecniche di rilassamento di varia natura. Hanno in comune lo scopo di favorire il benessere dell'individuo ed hanno tutte acquisito maggiore importanza negli ultimi decenni.
Tecniche di rilassamento
Massoterapia: massaggi che aiutano a decontrarre e sciogliere i muscoli. Utili, soprattutto, quando subentra il mal di testa oppure quando si hanno difficoltà nella rotazione del capo, dovute alla stanchezza
Meditazione: comprende una serie di pratiche contemplative che aiutano a sviluppare o aumentare la concentrazione e la consapevolezza di se stessi e, quindi, a migliorare la qualità della vita. La meditazione, grazie a semplici esercizi di respirazione, rilassamento e visualizzazione, permette di vincere lo stress e ritrovare la serenità.
Musicoterapia: si basa sul principio che la musica ha una grande influenza sull'equilibrio psicofisico dell'uomo e che il suo ritmo ha effetto sulla pressione sanguigna, la respirazione ed il battito cardiaco.Il paziente soggetto ad ansia o stress può raggiungere uno stato di relax e di calma ascoltando i brani musicali più indicati per lui, individuati e selezionati da un musicoterapeuta.
Rebirthing: insegna a rallentare il ritmo respiratorio rendendolo anche più profondo per aumentare l'ossigenazione del sangue e favorire l'eleminazione delle tossine. In questo modo si raggiunge una sensazione di benessere che aiuta a lasciarsi andare e a stare bene con se stessi.
Training autogeno: richiede di concentrare l'attenzione su alcune parti del corpo con immagini e sensazioni distensive, fino a non perceprirne più la sensibilità fisica. Così anche la mente comincia a liberarsi dai pensieri continui e riesce a tenere sotto controllo anche i dolori articolari e muscolari.
Yoga: durante la pratica l'ossigenazione del sangue migliora, il battito cardiaco si regolarizza e la pressione scende. Con l'apprendimento delle diverse posizioni, si può arrivare a controllare il respiro e, quindi, a raggiungere un rilassamento fisico e mentale.
Alexander
V.A.K.
Rilassamento Fisiologica
Rilassamento ipnotico
Rilassamento dei colori
Rilassamento jacobson
Ro.Re.Ba
Visualizzazioni
Ciò che emerge da queste ultime considerazioni è un’idea di rilassamento come un’abilità, come qualche cosa di attivamente perseguito e perseguibile. L’idea comune secondo cui questo stato sia passivo e raggiungibile senza alcun impegno particolare da parte dell’individuo non è pertanto sostenibile.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
In sintesi si può quindi sostenere che il rilassamento si riferisce ad un particolare stato psicofisiologico, caratterizzato da modificazioni specifiche dell’attività dell’organismo da un lato (la principale è la riduzione della tensione muscolare) e da sensazioni psichiche percepite introspettivamente come benessere, serenità e tranquillità dall’altro. Un tale stato può sia predisporre ad un’azione efficace ed efficiente sia migliorare lo stato psicofisico dell’individuo.
Misurazione del rilassamento
E' possibile distinguere fra misure di carattere oggettivo e misure di carattere soggettivo. Non si tratta di una distinzione che discrimina in termini di validità, anche se le misure oggettive mostrano inevitabilmente maggiore validità statistica, quanto piuttosto di una distinzione rilevante per il suo ambito di applicazione, di ricerca vs clinico.
Misure oggettive
Le misure principali indicative del raggiungimento di uno stato di rilassamento sono quelle fisiologiche. In primis la risposta galvanica cutanea (o Galvanic Skin Reaction, GSR), ma anche l’elettroencefalografia (EEG) e l’elettromiografia (EMG).
Il GSR si riferisce alle modificazioni delle proprietà elettriche della pelle (in particolare resistenza cutanea e conduttanza cutanea) a livello di alcune zone specifiche del corpo, come ad esempio le dita delle mani. Le ricerche psicofisiologiche sulle variazioni GSR hanno evidenziato significative modificazioni durante compiti sia motori che intellettivi. Durante lo stato di rilassamento viene classicamente riportato un aumento della resistenza cutanea. Questo andamento rimane del tutto distinto dal pattern riscontrabile in un soggetto in stato di ipnosi, il che dimostra tra l’altro che ipnosi non è sinonimo di rilassamento.
L’EEG permette di avere un’idea dell’attività generalizzata della corteccia cerebrale, attraverso una dozzina di elettrodi posizionati sulla testa in punti standard. Un sistema di amplificazione e di registrazione produce simultaneamente una serie di tracce, corrispondenti alle variazioni di voltaggio fra le coppie di elettrodi. L’EEG permette di discriminare tra ritmi a, ß, d e ?. Particolarmente rilevanti sono il ritmo ß (frequenze maggiori di 14 Hz), correlato con lo stato di normale attivazione della corteccia durante la veglia e durante il sonno REM e il ritmo a (frequenze comprese tra 8 e 13 Hz), associato allo stato di veglia rilassata. I ritmi ? (4-7 Hz) e d (meno di 4 Hz) sono piuttosto lenti e corrispondono a specifiche fasi del sonno. Durante il rilassamento e prima di scivolare nella fase di sonno, i ritmi cerebrali passano da una situazione ß ad una situazione a.
L’EMG di superficie misura l’attività elettrica muscolare, cioè il potenziale di campo elettrico risultante dalla sovrapposizione dei potenziali d'azione delle singole fibre muscolari, attive entro un raggio massimo di 15 mm di distanza dagli elettrodi. Durante lo stato di rilassamento si registra normalmente una diminuzione dell’attività muscolare e dei tracciati elettromiografici dei muscoli corrispondenti.
Altre risposte fisiologiche possono essere utilizzate e sono indici altrettanto validi dello stato di rilassamento e sono il consumo di ossigeno, la frequenza respiratoria, la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e la temperatura corporea. La maggior parte di questi parametri si riduce sensibilmente durante lo stato di rilassamento.
Misure soggettive
Altrettanto importanti e indicative sono le misure soggettive, come la raccolta di dati introspettivi circa le sensazioni avvertite dalle persone durante il rilassamento. Tipicamente vengono riportate sensazioni di pace, calma, tranquillità, leggerezza o al contrario pesantezza. Anche se alcuni studiosi, ad esempio lo psicofisiologo Edmund Jacobson, sottolineano come spesso una sensazione introspettiva di rilassamento non corrisponda ad un effettivo stato di rilassamento muscolare. In ambito terapeutico può essere utile aiutare una persona ad interiorizzare il criterio di misura della propria tensione prima del rilassamento. Si può ad esempio collocare convenzionalmente la sensazione soggettiva di tensione lungo una scala che va da zero a cento, dove cento rappresenta la sensazione massima di tensione e zero quella nulla o la minima possibile. Si può aiutare il paziente a rendere reale dentro di sé la possibilità di misurare la propria tensione, chiedendogli di pensare ad un evento della propria vita in cui abbia provato una forte tensione nel corpo, nei muscoli oppure un’emozione avvertita sul piano fisico, ad esempio un aumento del battito cardiaco o una forte sudorazione conseguite ad una forte rabbia o ad uno spavento. Tale evento verrà collocato all’estremità massima del continuum della scala e servirà come riferimento per posizionare e classificare le successive sensazioni di progressiva riduzione della tensione.
La voce illustra tutta una serie di tecniche di rilassamento di varia natura. Hanno in comune lo scopo di favorire il benessere dell'individuo ed hanno tutte acquisito maggiore importanza negli ultimi decenni.
Tecniche di rilassamento
Massoterapia: massaggi che aiutano a decontrarre e sciogliere i muscoli. Utili, soprattutto, quando subentra il mal di testa oppure quando si hanno difficoltà nella rotazione del capo, dovute alla stanchezza
Meditazione: comprende una serie di pratiche contemplative che aiutano a sviluppare o aumentare la concentrazione e la consapevolezza di se stessi e, quindi, a migliorare la qualità della vita. La meditazione, grazie a semplici esercizi di respirazione, rilassamento e visualizzazione, permette di vincere lo stress e ritrovare la serenità.
Musicoterapia: si basa sul principio che la musica ha una grande influenza sull'equilibrio psicofisico dell'uomo e che il suo ritmo ha effetto sulla pressione sanguigna, la respirazione ed il battito cardiaco.Il paziente soggetto ad ansia o stress può raggiungere uno stato di relax e di calma ascoltando i brani musicali più indicati per lui, individuati e selezionati da un musicoterapeuta.
Rebirthing: insegna a rallentare il ritmo respiratorio rendendolo anche più profondo per aumentare l'ossigenazione del sangue e favorire l'eleminazione delle tossine. In questo modo si raggiunge una sensazione di benessere che aiuta a lasciarsi andare e a stare bene con se stessi.
Training autogeno: richiede di concentrare l'attenzione su alcune parti del corpo con immagini e sensazioni distensive, fino a non perceprirne più la sensibilità fisica. Così anche la mente comincia a liberarsi dai pensieri continui e riesce a tenere sotto controllo anche i dolori articolari e muscolari.
Yoga: durante la pratica l'ossigenazione del sangue migliora, il battito cardiaco si regolarizza e la pressione scende. Con l'apprendimento delle diverse posizioni, si può arrivare a controllare il respiro e, quindi, a raggiungere un rilassamento fisico e mentale.
Alexander
V.A.K.
Rilassamento Fisiologica
Rilassamento ipnotico
Rilassamento dei colori
Rilassamento jacobson
Ro.Re.Ba
Visualizzazioni