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Origine della parola  PRANOTERAPIA
Il termine deriva dal sanscrito Prana, che significa respiro vitale, energia vitale, e dal greco antico ?e?ape?a (therapeía), che significa cura, guarigione.


Storia della  PRANOTERAPIA

  • Epoche antiche  

Non si conosce il periodo esatto di nascita della pratica della pranoterapia, né i luoghi in cui essa ha avuto inizio.
È citata da alcuni papiri egizi nei quali si accenna a guaritori in grado di arrestare le emorragie con la sola imposizione delle mani. Pratiche simili possono essere trovate in epoca romana e nella cultura giapponese.

  • Epoca moderna

Lungo il corso della storia, la pranoterapia è stata messa in relazione con guaritori popolari ai quali si attribuivano facoltà curative. A partire dal XVII secolo la pranoterapia suscita maggior interesse negli studiosi dell'epoca, che per spiegare alcune guarigioni alle quali non riuscivano a dar motivazione formulano teorie in cui si postula l'esistenza di "flussi di energia" non meglio precisati, ma identificati come artefici delle guarigioni stesse.

Uno dei tentativi più noti in questo senso fu compiuto da Franz Anton Mesmer, le cui teorie sul magnetismo animale avrebbero avuto ampia eco in tutta Europa nel secolo successivo.
Laureatosi in medicina a Vienna nel 1776, Mesmer teorizzò che tutte le cose presenti nell'universo, e perciò anche l'uomo, fossero attraversate da un flusso invisibile di corrente magnetica. La buona salute dipenderebbe dall'equilibrio tra il fluido interno all'individuo e quello esterno, o dall'armonia tra la forza vitale individuale e quella universale. Tale forza - o fluido - a detta di Mesmer poteva esser manipolata attraverso l'uso di particolari magneti, si poteva quindi ristabilire l'equilibrio dei fluidi immergendo i pazienti in apposite tinozze magnetizzate con barre di ferro. Col tempo lo stesso Mesmer si rese conto che i propri successi come guaritore erano dovuti non tanto al benefico effetto delle sue terapie, quanto alle sue capacità di suggestione sulla mente dei pazienti.
Successivi studi medici e scientifici dimostrarono l'infondatezza delle teorie di Mesmer, e dunque le sue congetture furono accantonate.
Nonostante l'insuccesso su base scientifica, la dottrina e gli esperimenti di Mesmer agevolarono lo sviluppo di studi verso fenomeni quali l'ipnosi e il sonno magnetico indotto dal terapeuta.
Le convinzioni di Mesmer circa la presenza di flussi energetici all'interno del corpo umano sono rimaste alla base della pranoterapia: si suppone, cioè, che nel malato vi sia uno squilibrio di "fluido energetico" e che il guaritore possa, grazie alle sue facoltà di guaritore, riequilibrarlo, restituendo così la buona salute al paziente.

I pranoterapeuti avanzano alcune ipotesi per avvalorare il reale funzionamento della pranoterapia, quelle tra loro più condivise, pur non essendo alcuna di esse scientificamente provata, sono le seguenti:

  • Ipotesi psicosomatica

È importante notare come quanto affermato nel paragrafo che segue non sia mai stato supportato da prove scientifiche, cioè oggettive. Risulta quindi un'opinione e non una verità correlata a verifiche empiriche e statistiche.

Secondo questa ipotesi, ogni malattia è psicosomatica in quanto le costituzione psicofisica del malato può avere un peso nell'insorgenza e nel decorso delle affezioni, ogni patologia influenza poi anche la psiche.

Le affezioni psicosomatiche sarebbero perciò dovute ad un eccesso di "emotività negativa" che, quando si protrae nel tempo e supera la "soglia di tolleranza", diventerebbe la causa o la concausa del disturbo fisico. Su questa convinzione si basano molte ricerche volte a trovare il nesso causale fra stress e malattia.

  • Ipotesi energetica  

Quest'ipotesi si basa sull'assunto che ogni cosa nell'universo sia costituita da una particolare "forma di energia" e che quindi anche l'uomo sarebbe il prodotto di campi energetici.
Nella tradizione indiana quest'energia prende il nome di prâna da cui il nome di pranoterapia, ed è considerata l'elemento base delle diverse forme di vita.
Secondo questa ipotesi, l'effetto di micro campi magnetici, servendosi della "immunoneuromodulazione" farebbe attivare le difese immunitarie dell'organismo mediante la stimolazione delle zone linfatiche e di riflessi nervosi e farebbe avvenire la liberazione di "endorfine". In base a ciò, l'azione riequilibratrice energetica, si servirebbe dei chakra, che sarebbero delle specie di centraline bioenergetiche del corpo umano.

Trattamento di base di PRANOTERAPIA
Questo metodo si basa sulla teoria che tutto sarebbe costituito da energia e che toccando l'aura di una persona il terapeuta possa riequilibrare il bilancio energetico fornendo energia o sciogliendo eventuali "blocchi energetici" nel paziente. È un'operazione che consiste nel porre le condizioni affinché l'organismo reagisca alla disfunzione riportandosi in salute con i propri mezzi. In tale tipo di trattamento non è molto rilevante che il pranoterapeuta sappia con precisione di cosa soffre il malato, ma è rilevante solo il trasferimento energetico, in quanto sarebbe il corpo del paziente a sfruttarlo al meglio grazie alla sua capacità omeostatica.

Attraverso il guaritore l'energia universale si incanalerebbe, perciò, nel paziente.



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