benessere bambini
Troppe proteine nel latte, neonati a rischio obesità
28 aprile 2009 - Il latte per neonati dovrebbe contenere meno proteine per essere più somigliante a quello materno ed evitare dunque che il bambino cresca troppo e troppo in fretta. Infatti, i bebè non allattati al seno ma svezzati con latte formulato ad alto contenuto proteico, a due anni hanno sempre un peso maggiore dei coetanei allattati al seno, con conseguente maggior rischio obesità.
Lo rivela uno studio internazionale, che ha coinvolto anche l'Italia, su 1000 bambini, pubblicato sull' American Journal of Clinical Nutrition e diretto da Berthold Koletzko dell'Università di Monaco in Germania.
Gli esperti hanno diviso i neonati in tre gruppi: il primo era allattato al seno per un anno, il secondo riceveva latte artificiale con alta concentrazione di proteine (3-4 grammi per 10 kilocalorie), il terzo riceveva latte formulato contenente una bassa concentrazione di proteine (2 grammi per 100 kilocalorie).
I bambini che hanno ricevuto il latte ad alto contenuto di proteine a due anni risultavano essere sempre di peso maggiore dei coetanei (ma di altezza simile), cosa che secondo i pediatri rappresenta un fattore di rischio per il sovrappeso negli anni futuri.
Secondo questa ricerca, dunque, il fatto che i neonati non allattati al seno sembrino "programmati per diventare grassi, potrebbe dipendere dal contenuto in proteine del latte formulato, problema che potrebbe essere facilmente risolto riducendo il contenuto proteico dell'allattamento artificiale.
28 aprile 2009 - Il latte per neonati dovrebbe contenere meno proteine per essere più somigliante a quello materno ed evitare dunque che il bambino cresca troppo e troppo in fretta. Infatti, i bebè non allattati al seno ma svezzati con latte formulato ad alto contenuto proteico, a due anni hanno sempre un peso maggiore dei coetanei allattati al seno, con conseguente maggior rischio obesità.
Lo rivela uno studio internazionale, che ha coinvolto anche l'Italia, su 1000 bambini, pubblicato sull' American Journal of Clinical Nutrition e diretto da Berthold Koletzko dell'Università di Monaco in Germania.
Gli esperti hanno diviso i neonati in tre gruppi: il primo era allattato al seno per un anno, il secondo riceveva latte artificiale con alta concentrazione di proteine (3-4 grammi per 10 kilocalorie), il terzo riceveva latte formulato contenente una bassa concentrazione di proteine (2 grammi per 100 kilocalorie).
I bambini che hanno ricevuto il latte ad alto contenuto di proteine a due anni risultavano essere sempre di peso maggiore dei coetanei (ma di altezza simile), cosa che secondo i pediatri rappresenta un fattore di rischio per il sovrappeso negli anni futuri.
Secondo questa ricerca, dunque, il fatto che i neonati non allattati al seno sembrino "programmati per diventare grassi, potrebbe dipendere dal contenuto in proteine del latte formulato, problema che potrebbe essere facilmente risolto riducendo il contenuto proteico dell'allattamento artificiale.
Sviluppi Scientifici Successivi:
Conferme e Meccanismi: Ricerche longitudinali hanno continuato a dimostrare che l'eccesso di proteine nel primo anno di vita (specialmente le proteine del siero del latte) agisce come un potente stimolo per il rilascio di IGF-1 (Insulin-like Growth Factor-1). Questo ormone non solo promuove una crescita accelerata in altezza e peso ("adiposity rebound"), ma programma il metabolismo per un maggior accumulo di grasso negli anni successivi, aumentando il rischio di sovrappeso e obesità in età scolare e adolescenziale.
Conseguenze Normative e Produttive:
- Direttive Europee: Sulla scia di queste evidenze, nel 2016 l'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha aggiornato i suoi parametri, autorizzando ufficialmente la commercializzazione di latti di "tipo 2" o "di proseguimento" a basso contenuto proteico. I nuovi limiti hanno reso obbligatoria una significativa riduzione delle proteine rispetto al passato.
- Riformulazione dei Prodotti: Le aziende produttrici di alimenti per l'infanzia hanno di conseguenza riformulato le loro ricette. Oggi, la maggior parte dei latti artificiali in commercio, soprattutto le linee più avanzate, contiene un contenuto proteico notevolmente ridotto (spesso nell'ordine di 1,2-1,4 g/100 ml, molto vicino al latte materno che ne contiene circa 0,9-1,1 g/100 ml) e un profilo proteico ottimizzato.
In Sintesi:
L'intuizione dello studio del 2009 si è rivelata corretta e ha portato a un cambiamento concreto e positivo nella produzione del latte artificiale. La riduzione e l'ottimizzazione del contenuto proteico sono oggi considerate una strategia preventiva cruciale nella lotta all'obesità infantile, sottolineando ancora una volta l'importanza di seguire, per quanto possibile, il modello nutrizionale unico e insostituibile del latte materno.
L'intuizione dello studio del 2009 si è rivelata corretta e ha portato a un cambiamento concreto e positivo nella produzione del latte artificiale. La riduzione e l'ottimizzazione del contenuto proteico sono oggi considerate una strategia preventiva cruciale nella lotta all'obesità infantile, sottolineando ancora una volta l'importanza di seguire, per quanto possibile, il modello nutrizionale unico e insostituibile del latte materno.
Fonti per Approfondire:
- European Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition (ESPGHAN)
- Position papers dell'EFSA sulla composizione dei latti artificiali.
- Successivi studi di Koletzko e altri gruppi di ricerca pubblicati su riviste come The Journal of Pediatrics e Pediatric Obesity.